#Costruire Habemus pentolas

pentole Kasanova

La telenovela delle pentole è arrivata all’ultima puntata. Ma, nonostante le diverse teorie a riguardo, ha avuto un lieto fine grazie a Kasanova.

Mia madre, sostenitrice delle pentole “buone”, ossia quelle svizzere, vendute dai rappresentanti che vengono a casa e ti propongono dei veri e propri mutui per l’acquisto della batteria di pentole della tua vita, si è persuasa che tutto sommato le pentole di Kasanova non erano poi cosi male. Però, sia ben inteso, solo per cominciare.

Così, dopo aver chiesto un parere all’influencer della mia famiglia in fatto di stoviglie e e casalinghi definiti “moderni”, mi zia, si è convinta.

“Tua zia ha detto che le pentole di Kasanova sono buone!”

Perfetto, valuterò di corrompere mia zia per avere anche un’ottima recensione sulle posate dell’Ikea e su qualche cucina che mi piace ma non ha un costo da tale da entrare nella classifica familiare del “buono”.

In ogni caso, il dado è tratto.

Ho acquistato la mia prima batteria di pentole! Ho anche le padelle, quelle in pietra, mooolto “moderne” apprezzate dalle mie zie, un po’meno da mia madre che, come avrete capito, è un po’tradizionalista. Comunque, posso dirmi soddisfatta.

Le pentole di Kasanova sono di ottima fattura, hanno dei coperchi ermetici in vetro e il doppiofondo che consente una buona tenuta del calore.

In aggiunta, sempre “per cominciare”, da Kasanova ho acquistato anche un bel servizio di piatti bianco e verde che sembrerebbe resistente e ben fatto. Mancano le posate.

A dire la verità, il design delle posate Kasanova non mi convinceva molto. E poi non potrei mai tradire Ikea.

Vorrei provare a scrivere un pezzo sulla mia tavola Ikea in puro stile copywriter del noto marchio di mobili. Spero di poter far campeggiare sul mio umile desco degli scintillanti coltelli svedesi dal manico verde. Fa molto eco-chic.

Ora dovrò impegnarmi di più nella ricerca della cucina. A proposito, poiché sia io che la mia metà siamo in cerca di una cucina dalla linea classica, in legno (che a dispetto del suo conservatorismo, non credo farà impazzire la mia genitrice né le influencer di punta), ho provato a cercare sul web il prezzo delle cucine Lube. In verità non ho trovato molto, solo qualche post nel forum casa.alfemminile.com.

Quindi, vorrei chiedervi, se voi potete darmi qualche dritta e, soprattutto, se potete fornirmi qualche informazione sui materiali.

 

 

 

 

 

 

#Costruire: Storie di pentole e stoviglie

 

Quando cominci a programmare una vita insieme alla tua metà, hai mille idee per la testa.

Se hai già una casa, se sei cioè moolto fortunato come me, la prima cosa da fare è arredarla.

Ottimo. Da quale stanza cominciamo?

Naturalmente, pensavo, ognuno ha le sue priorità. Noi abbiamo cominciato dal materasso, perché soffrendo di cervicale l’uno e di emicrania l’altra, il posto in cui passiamo circa 8 ore al giorno ci è parso subito di vitale importanza. E ci siamo detti che sul materasso non c’era da lesinare affatto.

Ma ecco che compare la vocina dei parenti…E la cucina?

La cucina deve essere BUONA.

Comincia il leitmotiv del cibo che ha scandito la mia vita per quasi 35 anni. Ogni giorno mia nonna domandava a mia madre: “Che cosa hai cucinato?”

E a me: “Hai mangiato? Che hai mangiato?”

No, non è uno spettacolo di Antonio Rezza, ma una tipica conversazione tra madre, figlia e nipote al Sud, prima e dopo i pasti. E la preoccupazione per il cibo e tutto ciò che concerne la sua preparazione si tramanda di generazione in generazione.

LA CUCINA DEVE ESSERE BUONA. Che tradotto dal mammesco sarebbe: Non penserai certo di comperarla all’Ikea?

Che poi sul concetto di “buono” dobbiamo intenderci. Per i miei parenti, mia madre in primis, è buono ciò che costa. Se una maglia che indosso le piace e le dico che l’ho comperata online su Zalando, nella sua mente scatta uno strano sillogismo: Zalando è online- quindi la roba costa poco- dunque non è buona.

Perché è buono solo ciò che costa tanto.

Lo stesso vale per Ikea e affini. Eppure io adoro sfogliare i cataloghi Ikea. Di tanto sogno di conoscere i copy che li scrivono e di stringere loro la mano. Bravi, complimenti. Ogni volta che vi leggo mi vien voglia di consumare vagonate di cibo in quelle cucine di legno svedese che non saprei montare neanche leggendo le istruzioni in italiano.

I copy dell’Ikea restano i miei amici immaginari preferiti, contro la cucina Ikea, intanto, si è schierata tutta la parte femminile della famiglia che ha cominciato a boicottare tutto ciò che viene dalla Svezia, Filippa Lagerback inclusa, pur di farmi desistere dall’acquisto.

Va bene, niente Ikea.

Un giorno, però, in una vetrina di un negozio scorgo diverse pentole che attirano la mia attenzione e, quasi come se ci fosse un terremoto, alzo lo sguardo in alto. Al posto dei lampadari, mi imbatto in un invitate cartello “Fuori Tutto”. Beh, mi sembra perfetto.

Io e il mio compagno, che, in realtà, ridicolizza il mio tempismo negli acquisti (“Compri le pentole senza avere ancora la cucina”, dice. “Io mi porto avanti”, rispondo), siamo sul punto di scegliere le pentole, quando fuori scena si leva la solita vocina…

LE PENTOLE DEVONO ESSERE BUONE. VEDI LE MIE!

Certo, avevo dimenticato che le pentole si usano in cucina e contengono cibo. Ergo, non puoi certo comperarle ad una svendita.

NESSUNO TI REGALA NIENTE. E, come se nulla fosse, “Che mangi per cena?”.

A breve la seconda puntata. Intanto, vorrei sapere a voi come è andata con la cucina, l’avete presa all’Ikea?